Fai da te e bricolage, le motivazioni

Scegliere soluzioni di “fai da te e bricolage” diventa un’opzione sempre più diffusa per una larga parte della popolazione. E lo si riscontra facilmente osservando ciò che accade nelle nostre vite ogni giorno

Quando entriamo in contatto con un argomento che ci appassiona, voglia essere la cucina, il giardinaggio, i lavoretti di casa, il cucito, o addirittura la scrittura, ecco che con una semplice ricerca sul web veniamo inondati da una valanga di guide, corsi, tutorial e libri che hanno lo scopo di aiutarci a fare quella determinata cosa con la tecnica del “fai da te“. Cioè senza l’ausilio di un professionista, ma creando l’oggetto o eseguendo il lavoro con le proprie mani.

scegliere il fai da teNegli ultimi anni, complici crisi economica e pandemia, si è assistito ad una robusta crescita del fenomeno. Un numero di persone sempre più alto fra il “fai da te e bricolage” e l’intervento di un professionista sceglie la prima soluzione. Un’opzione che, se non altro, ha il merito di aiutarci a riscoprire le buone pratiche dei nostri nonni. Quelle che si praticavano prima di essere inghiottiti dal consumismo tipico delle civiltà capitalistiche. 

Le origini punk

La maggior parte di noi, tuttavia, anche il più esperto bricoleur, ignora che questa particolare filosofia di vita ha origini lontane. Quella che gli americani definiscono “Do it yourself“, deriva in modo diretto da una cultura apparentemente lontana come quella “punk“. Insomma, il DIY (abbreviazione di Do it yourself), da noi ribattezzato Fai da te, risale a quella particolare etica che sosteneva il rifiuto e il conseguente boicottaggio per le “major” della distribuzione musicale. Queste ultime infatti erano ritenute una evidente espressione del mondo capitalistico. E come tali, obiettivi da combattere con la creazione di piccole etichette indipendenti attraverso le quali pubblicare e distribuire i propri album.

Dal produrre dischi per conto proprio alla redazione di giornali autoprodotti, per diffondere notizie e idee riguardanti il mondo punk, il passo fu breve. Da lì in poi in un crescendo di iniziative si arrivò presto a produrre magliette, spille, saponi e molti altri oggetti per la cura del corpo. Fino a diventare, fra i giovani americani di quei primi anni ’80, una vera e propria scelta di vita e non solo musicale.

Autosufficienza e benessere

A distanza di qualche decennio possiamo dire che quel fenomeno culturale si è fortemente allargato rispetto alle origini. Oggi scegliere “fai da te e bricolage” significa ispirarsi e riferirsi a qualcosa di più profondo e articolato. Da una parte c’è l’etica dell’autosufficienza, che con l’esecuzione di una qualsiasi attività senza l’aiuto di un professionista retribuito, afferma il principio che chiunque è in grado di poter fare da sé un lavoro piuttosto che pagare per farselo eseguire da altri. Da un’altra, si fa strada la convinzione, basata su evidenze scientifiche, che le attività manuali in generale, abbiano un forte potere terapeutico nell’ambito di problematiche legate allo stress, all’autostima ed al benessere psico-fisico in generale.

scegliere il fai da tePer capire meglio, occorre tener presente ciò che accade durante un lavoro in modalità fai da te. Ovvero da quando si parte con la maturazione di un idea, per arrivare alla sua realizzazione definitiva attraverso le proprie mani. Durante questo percorso si allenano e sviluppano doti che, spesso, dimentichiamo di avere. Fantasia, creatività, pazienza, determinazione, perseveranza, manualità, solo per citarne alcune. Ed ecco perché, alla fine di un opera realizzata nel segno del “fai da te e bricolage”, oltre ad aver risparmiato denaro, oltre ad aver migliorato il nostro habitat, avremo permesso, soprattutto, la crescita e la maturazione della nostra persona.

La scelta consapevole

Nel “fai da te e bricolage“, d’altronde, non esiste un modo giusto o sbagliato per imparare o insegnare e questo è già di per sé liberatorio. L’obiettivo principale è quello di avere le mani sporche. Imparare dall’esperienza traendone ogni possibile beneficio,  anche appunto di natura psicosomatica. 

Scegliere “fai da te e bricolage” e adottarli come stili di vita non è soltanto fare il pane o rinnovare un mobile seguendo il tutorial su Youtube, ma anche e soprattutto fare quella determinata cosa perché ci si vuole bene. Significa impiegare parte del proprio tempo per creare un cibo sano e più duraturo del pane da supermercato. Oppure ridare vita ad un oggetto destinato ad essere buttato, contribuendo alla salvaguardia dell’ambiente e perché no, dei nostri ricordi più cari. 

Lo stereotipo del punk come ubriacone nichilista e distruttivo, sembra dunque destinato ad essere dimenticato per sempre. Trova invece spazio la figura di un individuo che effettua una scelta consapevole, prendendosi cura di se stesso e dell’ambiente che lo circonda. Anche se, ve lo devo dire, scegliere fai da te e bricolage come stile di vita, scambiare informazioni, saperi e cose a costo zero, beh… nel profondo del vostro animo rende un po’ punk anche voi. 

Ora lo sapete.

Bye bye, 😁

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